ALEX
BELLAN
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Dal 7 Maggio 2014 al 18 Luglio 2014
“FONDALI”
a cura di Alfredo Sigolo
Ciocca Arte Contemporanea
Via Lecco,15,Milano
orari di apertura : dal lunedi al venerdì 14.30 / 16.30
"FONDALI" è un progetto che fin da subito tradisce una certa ambiguità: il termine infatti indica la profondità di uno specchio d'acqua marino o lacustre ma è usato comunemente anche per indicare la decorazione del fondo di una scena, cinematografica, teatrale o fotografica. Qui però non ha una precisa connotazione ma allude in modo generico a qualcosa che si colloca in secondo piano, differito rispetto a ciò che scorre in superficie o davanti agli occhi ma che in qualche modo ne costituisce struttura di sostegno. Tramite un percorso ideale di emersione dal buio la mostra si presenta come una riflessione sugli spazi interstiziali e di transito, sul concetto di attraversamento del territorio, sulle dinamiche (mimetiche e parassitarie) che ad esso sottendono in relazione alla presenza pervasiva dell'uomo.
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Dal 26 settebre 2014 al 28 ottobre 2014
“Ha visto i colori divini del lago di Costanza?”
da un'idea di Franco Pavanello
a cura di Caterina Benvegnù
con la collaborazione di Enoch Battagin
con:
Mario Airò, John Armleder, Massimo Bartolini, Emanuele Becheri, Alex Bellan, Monica Bonvicini, Ana Maria Bresciani, Martin Creed, Jan Fabre, Peter Fischli & David Weiss, Stefania Galegati, Luigi Ghirri, Chris Gilmour, Peter Liechti, Bruno Lorini, Thorsten Kirchhoff, Kensuke Koike, Dimitris Kozaris, Eva Marisaldi, Liliana Moro, Diego Perrone, Quay Brothers, Pietro Roccasalva, Antonio Rovaldi, J.F. Schnyder, Roman Signer, Alessandra Tesi, Guido Van Der Werve, Cesare Viel, Luca Vitone, Vedovamazzei, Jordan Wolfson
Spazio Thetis , Arsenale Novissimo , Venezia
Dalla stazione dei treni, vaporetto 5.2 fermata Bacini (a richiesta)
Orari (lun/ven) > 10-18
ingresso gratuito
info: coloridivini@gmail.com
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“Ha visto i colori divini del Lago di Costanza?” è un’esposizione che prende forma e ispirazione dalla poetica dello scrittore svizzero Robert Walser.
Nato nel 1878 e morto il giorno di Natale del 1956, Walser è figura unica all’interno del panorama letterario europeo. I personaggi che vanno a delinearsi nei suoi testi sono perlopiù dei perdigiorno (il protagonista tratteggiato da Eichendorff in Vita di un perdigiorno vede in Walser l’erede più autentico, rispetto a questa visione filosofica e romantica della vita). L’opera di Walser si fonda su di una narrazione disgiuntiva, sconnessa, destrutturata. Essa diviene poetica del frammento, di un’osservazione itinerante accompagnata da lunghe passeggiate, dell’esperienza di luoghi ed eventi come ricerca di un significato ulteriore, vicino alle contingenze della vita quotidiana, e pur ad esse più lontano che mai.
La contemporaneità propria di tale scrittura diviene lo stimolo per comporre una mostra nella quale diversi lavori di artisti nazionali ed internazionali le facciano da rimando. L’intento del progetto è di dar vita ad un percorso che – delicatamente – sveli, accenni e indaghi una poetica fatta di ironia, solitudine, lentezza, scomparsa.
Indagare su (e con) Robert Walser vuol dire andare alla ricerca in punta di piedi di tracce poco evidenti, di camminare con la sua scrittura di sparizioni, di percorrere lentamente direzioni poco marcate. Le opere in mostra tenteranno, con linguaggio narrativo affine, di infilarsi tra le pieghe di questo percorso, di inciampare con lui tra immagini, visioni, sonorità.
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dal 15 marzo al 3 maggio 2015
repertum - ogni dato emerso
opening sabato 14 marzo 2015 - ore 17.30
a cura di Marco Tondello
con la partecipazione di Caterina Benvegnù
presso il Castello di San Martino della Vaneza
Museo Archeologico del Fiume Bacchiglione
Cervarese Santa Croce |PD|
via San Martino, 19
Il Castello di San Martino della Vaneza si trova nella parte orientale della Provincia di Padova e sorge lungo l’argine di Cervarese Santa Croce. La posizione è estremamente strategica: se infatti inizialmente fu edificato come torre di vedetta e fortificazione militare, si convertì, durante il dominio della Serenissima, in luogo di commercio e controllo dei traffici fluviali che collegavano questi territori alla città lagunare. La leggenda vuole che sia stato, inoltre, d’ispirazione al Giorgione per il soggetto della celebre Tempesta. Dall’aprile 1995, dopo un attento restauro, ospita i reperti archeologici di epoca preromana, romana e rinascimentale, rivenuti nelle acque del fiume diventando parte integrante del Sistema dei Musei della Provincia. La presenza dell’arte contemporanea in questo contesto non è un futile pretesto estetico, ma un’occasione per riflettere sul patrimonio culturale che il Museo ospita, trasformandolo in una perfetta cornice di dialogo tra passato e presente, tra le civiltà che siamo stati e quella che viviamo.
Lo stesso titolo del progetto espositivo, repertum ogni dato emerso, attraverso l’origine della parola reperto (che deriva dal latino e che propriamente significa «ciò che è stato trovato»), desidera sottolineare l’importanza della scoperta, riferendosi non solo alle tracce archeologiche della storia, ma anche al ritrovamento di nuovi dati per evocarne una dimensione più intima.
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martedì 21 aprile 2015
ore 18:30
c/o civico 43, via del Santo, Padova
Tavola rotonda
METAMORFOSI E DISPERSIONI URBANE - La città che cambia attraverso connessioni culturali
con:
Francesco Vallerani,
(geografo Università Cà Foscari di Venezia)
Aurora Di Mauro,
(museologa, ideatrice del progetto Settima Onda)
Alex Bellan,
(artista)
Elena Di Pietro,
(ideatrice del progetto Postcards from my Backyard - IUAV Architettura e Culture del Progetto)
Moderano: Caterina Benvegnù e Marco Tondello
Una talk che mira ad indagare le possibilità di innesto di interventi culturali in un territorio controverso, dispersivo e contraddittorio come quello veneto. Considerata mezzo virtuoso per analizzare e trasformare la percezione della città diffusa, può l’arte stessa contribuire alla creazione di nuovi modelli urbani, sociali e culturali?
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Epicentri
a cura di Fabio Carnaghi
Alex Bellan, Giulia Berra, Mattia Bosco, Arianna Carossa, Rita Casdia, T-yong Chung, Cleo Fariselli, Giovanni De Francesco, Daniele Giunta, Adi Haxhiaj, Andrea Magaraggia, Silvia Mariotti, Yari Miele, Concetta Modica, Gianluca Quaglia, Laura Renna, Silvia Vendramel, Lucia Veronesi
Epicentri è un progetto basato sul concetto di ordine nella natura e del suo esatto opposto che fa propendere per lo straordinario, ovvero l’anomalia che diventa regola. Tale idea di caos a cui la natura armoniosa ed eterna lascia spazio si riscontra in fenomeni prodigiosi anche nella loro forza distruttiva. Il terremoto svela questa atavica disputa tra eccezione all’ordine naturale e inesplicabilità di un ordine complesso. Lo spazio archeologico delle Terme di Como Romana, che presumibilmente sono state coinvolte in epoca storica da un fenomeno sismico provocandone un crollo strutturale, si presta a divenire scenario di una rappresentazione collettiva che nel contemporaneo si manifesta in installazioni che seguono una casualità espositiva determinata da un processo di appropriazione topografica istintiva da parte di ogni artista. Ne deriva una sorta di insediamento temporaneo lasciando dunque agli artisti coinvolti nel progetto la possibilità di dar vita allo spazio attraverso una propensione soggettiva e nomadica. Il titolo della mostra allude proprio a questa possibilità data, senza alcun preordinamento di un percorso espositivo al fine di interpretare il caos che sconvolge ogni ordine razionale. Il risultato è un dialogo con lo spazio che prevede epicentri creativi dislocati o addensati, nella totale inconsapevolezza dell’esito espositivo. Si delinea una mappa emotiva nella similitudine che lega la forza prorompente del fenomeno naturale con il processo creativo che improvvisamente scaturisce dall’imprevisto e dallo straordinario inconscio.
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