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“REFLUX”

2011

Cinema Altino , Padova

text: Stefano Mazzoni



La scomparsa delle sale cinematografiche dai centri storici è un fenomeno tristemente noto, che negli ultimi 30 anni ha visto a Padova  la chiusura di una ventina di sale cinematografiche e tra esse, ormai da sei anni, anche il Cinema Altino, splendida struttura progettata dal 1946 da Quirino De Giorgio, noto architetto da prima aderente al futurismo e in seguito tra i maggiori esponenti della corrente razionalista in Italia.  Il cinema Altino rimane quello che è da tempo: un luogo abbandonato e inaccessibile, la cui insegna rivolge ai passanti un invito che non è più in grado di soddisfare. Il video documenta un intervento site-specific  effettuato sulla facciata del Cinema Altino , situato in uno dei più importanti snodi storici e commerciali nel cuore della città di Padova. L'intervento si basa sulla temporanea riabilitazione della linea elettrica che permette l’accensione dell’insegna Altino , e della sua riconversione in termini di  intensità e frequenza luminosa , ottenuta mediante l'impiego di lampade abbaglianti . Lo scoppio violento alla loro massima intensità invade la via come un lampo prolungato, percepibile anche a distanza, tale da renderne del tutto impossibile la lettura. Allo stesso tempo, il riflesso della luce investe l’interno dello spazio attraverso le vetrate, evidenziando gli spazi vuoti e le loro potenzialità. Da un lato, Reflux tenta di illuminare la condizione paradossale di uno spazio di cui si riconosce il valore storico-culturale, ma che non appare più in grado di trovare una propria collocazione. Dall’altro, non propone alcuna soluzione. Sottolinea cinicamente una disperata situazione di stallo, in cui ogni possibilità di redenzione è finora rimasta disillusa. Trascurate troppo a lungo, le lettere dell’Altino si ribellano al fuoco incrociato delle altre insegne luminose, pretendendo un’attenzione che non possono ricevere. E il loro estremo tentativo di riaffermare la propria identità, finisce per farla scomparire del tutto. L’insegna si anima a intervalli irregolari, diventa un potente richiamo, illuminando la via e i suoi dintorni. Ma dopo l’esplosione luminosa resta in stand-by per un tempo prolungato. L’intervento è talmente localizzato e poco invasivo, che ciò rimane di fronte agli spettatori è principalmente l’edificio stesso, nelle condizioni in cui si trova da qualche anno. L’attenzione che l’opera suscita si trasferisce immediatamente nel luogo su cui è installata, su questo cinema al presente, nel suo stato attuale, riattivando quella sua identità molteplice costituita dai ricordi di chi lo ha conosciuto in passato.

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Alex Bellan’s works are caustic metaphors of our contemporary condition. They manipulate and compromise use-values of everyday objects, calling into question man’s relationship with them. His latest intervention changes the perception of a place without modifying its exterior nature. Altino Cinema remains the same – an abandoned and inaccessible location whose sign addresses the passers-by with an invitation it can no longer uphold. Bellan intervenes precisely within that sign, inserting blaring light bulbs that switch on at irregular intervals. The violent blast at maximum intensity invades the street like a prolonged bolt of lightning. Perceptible even at a distance, the flash makes the letters composing the text it completely impossible to read. Simultaneously, the reflected light assails the cinema’s interior via the window, highlighting the empty spaces and their untapped potential. The installation is specifically concerned with the recent history of the site of intervention. On the one hand, it attempts to illuminate the paradoxical condition of a space recognized for its historical-cultural value yet seemingly unable to locate itself. On the other, it denies any solution, cynically stressing the desperate situation of stasis in which every possibility of redemption has, until now, remained illusory.Spent too long, the Cinema Altino’s letters rebel against the crossfire of the other illuminated signs, coming to life so violently as to become illegible, demanding an attention they cannot receive. And this extreme attempt to reaffirm an identity ultimately results in its completely disappearance.



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